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Voglia di vincere ed il sottile filo della vita


Ospite pensieri

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Ciao a tutti, ho letto molti interventi scatenati dalla prematura scomparsa del giovane Tomizawa. Sembra retorico chiamarlo "giovane" ma ha, anzi, purtroppo, aveva la metà dei miei anni e io non mi sento ancora datato. Vorrei dare qui lo spazio per capire cosa spinge una persona su una moto, su una macchina o su qualsiasi mezzo a correre e sfidare i limiti. Vorrei andare oltre il singolo caso. Non vorrei la polemica. Vorrei capire se ha senso il circo dei motori. Si, mi chiedo se ha senso, eppure lo amo. Sartana mi ha fatto notare che per me un mignolo è irrinunciabile, per un campione della superbike, quando si è trattato di scegliere se correre o far rimettere a posto la mano ha scelto per il gas! Potrei farvi notare che in nome di Ferrari ne sono volati via tanti, eppure consideriamo il Drake un grande e le sue macchine, ancora oggi, ci stregano. Se poi siamo abili, nel rispettare altre vittime di queste ore, potrei chiedervi se ha senso correre dei rally con i bordi delle strade affollate. Perchè mi chiedo questo? Perchè sono come i miei bambini. Ho sete di capire, vivo di perchè.

Ragazzi, chiedo a tutti uno sforzo, non voglio leggere infamie contro nessuno. Qui parliamo di un rito pagano, quello dei motori e delle corse, che ricorda molto il colosseo con i suoi sacrifici. Solo che quello strazio era accettato perchè praticato in epoche "primordiali".

Parto io, nel mio piccolo, accetto di salire su una vespa, con un telaio che sembra un wafer pronto a sbriciolarsi, con un freno anteriore simbolico, con sospensioni al limite del precario, per provare a correre sui 150m con zero possibilità di successo. Eppure lo faccio, godo dell'adrenalina della partenza, dell'urlo del motore della dilatazione dei tempi mentre corro questi pochi metri. Credo che per un pilota professionista sia questo elevato all'ennesima potenza. Difficile ragionare con il lato oscuro della nostra ragionevolezza. Ora attendo voi....

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Salve, allora io dico la mia, quello che mi viene in mente di primo acchito su questo argomento; la mia idea non si basa molto su cose di bravura, esperienza via dicendo, ma io credo che alla base di tutti questi sport motoristici ci sia solamente il destino e un pizzico di fortuna.

Io ho avuto precedenti molto brutti e secondo me era destino che io me la dovevo cavare, il povero Soyha ha avuto la peggio purtroppo, ma lo stesso poteva capitare anche agli altri 39-40 piloti della moto2 o della motoGP o a qualunque altro pilota come ad esempio la settiamana scorsa, durante il gran premio di Indianapolis se ne andò un piccolo pilota di 13 anni...

Secondo me è tutto in ballo al destino semplicemente non sò, mi posso sbagliare; aspetto anche io altri pareri da voi.

FALCdipendente

 

TeamRiceciCorse tutto il resto è noia

 

 

 

supersic.th.jpg

Ciao Marco #58

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io di far scatenare un motore ed un mezzo sotto il mio controllo l'ho sempre avuto fin da quando ero ragazzino e di motori non ne capivo un fico secco

(non che adesso ne capisca poi così tanto :F )

per anni ho giocato con la vita e morte correndo come un folle sulle strade con una vespina che come telaio aveva delle lamiere contorte

ma non ho corso solo con le vespe,

ho corso distrutto e rottamato ben 6 automobili in 8 anni facendo un totale di 22 incidenti e circa 4 cappottamenti

per fortuna sono ancora vivo e di male fisico ad altri ed a me non me ne sono mai fatto in modo serio..

con l'auto mi piaceva correre di notte, magari con il bagnato e da solo.. :V

con il passare degli anni considero quei momenti incoscenza pura

 

ma erano sensazioni a cui non riuscivo a resistere, ne avevo bisogno..

 

i miei genitori non hanno mai voluto darmi lo spazio e il modo per soddisfare questo mio bisogno più che evidente.

neanche quando da adolescente chiedevo il permesso per andare a fare del cross agonistico mi è stato permesso..

però di andare sul greto del fiume dove, se cado e mi rompo non mi viene a prendere nessuno, lì mi era permesso...

ovviamente non è colpa dei miei se facevo quello che facevo e il modo in cui lo facevo,

ma posso dire che non hanno avuto l'intelligenza per capire che il mio era un bisogno.

 

correndo con le vespe in strada ho conosciuto gente "pazza" come me che aveva la necessità di fare altrettanto,

che quando ci s'incontrava erano sempre delle sfide e il correre in vespa insieme era fantastico.

questa gente adesso corre con me in pista

 

l'idea e il desiderio di poter correre in pista con la mia vespa mi è cresciuto dentro nel tempo.

mi ricordo che ancora nel 2000 stavo sveglio la notte a pensare a come fare

e riempivo la testa alla mia morosa dell'epoca con tutte queste fantasticherie..

poi il sogno si è avverato e il resto è storia quotidiana.

 

ora che finalmente a trent'anni posso soddisfare la mia voglia di correre e di misurarmi come pilota con altri

per me il bisogno di correre dei primi anni è diventato mano a mano la necessita di misurarmi,

di capire quali fossere le mie capacità come pilota

ora mi sento appagato e mi sento che sto facendo la cosa giusta a correre in pista,

perchè anche se il pericolo e la morte è sempre in agguato sia sulle strade sia sulle piste,

so che in pista quello che faccio ha un suo perchè ed è privo di pericoli che la strada ha.

in pista mi misuro ogni volta con gente che come me vive di queste emozioni.

 

in strada ormai non corro più..non corro più come un tempo..

non voglio più super motori da usare in strada, ma super freni!

freni sulle ruote e freni sulla manopola del gas..

sarò maturato?

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Io per anni ho corso in strada con auto, le classiche gare clandestine...non come si vede nei film con scommesse, traffico ed incidenti...qua da noi si facevano in modo più "serio e sicuro". Con questo non voglio dire che sia una cosa giusta farle!!

Girare con auto da 500/600 cv in strada...auto vuote con 2 sedili monoscocca, un cruscotto tagliato, cinture 4 punti, senza riscaldamento, senza finestrini, senza radio...ma che quando acceleravi sentivi il tuo corpo schiacciarsi sul sedile...penso siamo una delle cose più emozionanti che esistano!!

Normalmente sono una persona tranquilla in strada, non rispetto i limiti, ma non vado ai 150...diciamo la norma dei 80.

Però delle volte il piacere dei cv bisogna sentirlo...

Ho fatto, per fortuna, un solo incidente in strada mentre facevo il coglione...distrutta la macchina e distrutto un mio braccio. Da li ho capito che bisognava trovare un rimedio al mio piede...per fortuna è nato l'NDRC dove potevamo andarci a sfogare...anche se molti continuavano a correre in strada (compreso me).

Io ho bisogno di queste emozioni, di queste vibrazioni...odori...rumori...suoni...non riesco a farne a meno.

Poi un pilota sa quello a cui va incontro, nella tua testa infondo infondo lo sai...ma è più forte di te...gas in fondo.

A me dispiace per i due piloti morti, ma è così...e loro lo sapevano.

Io sono sicuro che se in F1 o nel Rally togliessero le limitazioni, nessun pilota si tirerebbe indietro da guidare quelle auto.

Penso che la frase detta dal Gilles Villeneuve sia il succo del discorso

 

"Se mi vogliono sono così, di certo non posso cambiare. Perché io di sentire dei cavalli che mi spingono la schiena, ne ho bisogno come dell'aria che respiro."

 

Non c'è altro da dire.

#666 Racing...Satanic Racing Team#

Powered by Fixkin CNC machined

 

... ET3.IT PER MITCH93 ...

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Suvvia ragazzi, lo sappiamo tutti che dietro al PC ragioniamo tutti, e ci rendiamo conto dei rischi che corriamo facendo gli spericolati per la strada, o cercando i tempi in pista, ma ragioniamo un'attimo su una cosa. Quanti di noi, quando sono in sella al proprio mezzo, con il casco allacciato e il gas in pungo resistono a provare qualche brivido?? Chi in quelle occasioni pensa a quali potrebbero essere le conseguenze di una piega al limite, di un'impennata, di una staccata in fondo ad un tornante montanaro con un guard rail da 50cm e poi lo strapiombo??

L'essere umano a volte ha bisogno di avere spruzzato adrenalina nel corpo, e purtroppo per provare certe emozioni bisogna avvicinarsi al limite e rischiare.

Purtroppo non è che non rischiando siamo esenti dai pericoli, anzi... ...Mi fa una rabbia assurda sentire gente morta investita, o per il crollo di un tetto, un cornicione, una lastra di marmo da un balcone, o morsa da un cane feroce da combattimento che passeggiava allegramente affamato e senza padrone...

E aggiungo, che essendo un teenager ogni volta e dico ogni volta che usciamo con i motori fra ragazzi si parte SEMPRE con l'obbiettivo di farci una passeggiata e non correre, e si arriva SEMPRE al cancello dietro casa in bagarre 3/4 motori tutti accanto appollaiati, tutti pronti a buttarci in piega per primi e a ripartire in sfrizionata (solo io che sono Vespista! :mrgreen: ). L'euforia sovrasta la ragione purtroppo.... :WA:WA

Con immenso dispiacere per il ragazzo giapponese e tutti i quelli morti in moto, sperando che loro da lassù sappiano guidarci al meglio e ci facciano ragionare a non fare certe cazzate! :A:A

"Così ho tirato giù la doppietta dalla parete 
e gli ho sparato due colpi d'avvertimento... 
...dritto in mezzo agli occhi."

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Ostrega Corrado

te stendi degli editti, non dei topic.

 

Ad ogni modo vado oltre il mignolo del diavolo rosso (ma te al mignolo rinunceresti? Dimmi la verità!!!) e l'incidente del povero (anzi dei poveri, compreso il bambino di Indy) - la testimonianza di quello che è un pilota che è il Cesta (vespe, motogp, kart, F1, rally, carrettelle,.....non cambia una mazza) che io personalmente non conosco mi da ulteriore conferma delle mie convinzioni.

Il muratore che lascia le penne facendo la sua casa, la vorrebbe veder finita da suo figlio, nella maniera migliore possibile O piuttosto abbandonata da lui nel ricordo, a testimonianza del cordoglio e delle lacrime.

 

Per me la prima

 

Mi ripeto, come ho gia detto nell'altro post - non è lo show che deve andare avanti per i soldi (ma pensiamoci bene: gli spettatori hanno pagato, non dai i soldi indietro, pubblicità? poca roba......la Dorna i suoi dindini li prende uguale....che soldi.....) - è il rispetto della memoria di chi è morto dando tutto per quello che faceva che deve fare andare avanti le cose.....e anche le gare, cazzarola!

 

La polemica (te sei filosofo, io un villano in confronto) verbale, proprio perchè è tale (verbale) non è sempre da intendersi in modo negativo (tant'è che si sente dire spesso .... ben venga quando è costruttiva.......... vabbè, si sente anche dire par condicio per descrivere la parità di trattamento, prendendo il la dalla par condicio creditorum, argomento di diritto fallimentare......)) - io per indole cerco sempre di affrontare le cose in modo polemico ma calmo e ponderato: o Mascetti, se si risponde sempre si si fa i pecoroni, non le persone!!!

Questo solo per dire che, con riferimento a quanto è successo domenica, la gara hanno fatto bene a continuarla (se c'era sicurezza per gli altri piloti) e hanno fatto bene a correre la motoGP - per me miglior modo di ricordarlo non c'è. il 99,999% di tutti la pensa al mio esatto opposto ma stavolta io resto ferreo nella mia posizione.

 

O Cesta, augurandoti di vivere bene, vincente, senza incidente per tutto il tempo che ritieni utile: mettiti (toccati anche gli zebedei) nei panni del povero Tomi TU cosa vorresti?

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Mhà, parlo da exprofessionista di un lavoro molto rischioso e da altri praticato come sport, mi sà che Tomizawa sapesse bene a cosa andava incontro, cerchi di prendere tutte le precauzioni necessarie, di sicuro ne prendi più che i tuoi omologhi dilettanti/amatori e mai faresti le cose che fanno loro con i loro mezzi e i loro limiti, speri che tutte le precauzioni prese servano ma sei ben consapevole dei rischi.

 

Ma sei pagato (bene) e ti stà bene così, sei capace perchè ti hanno addestrato per farlo con i minori rischi possibili, ma i rischi ci sono e li accetti, quando non ti senti più o il tuo fisico non te lo permette più ti fermi.

 

Se la domanda la rivolgi ad un amatore avrai delle motivazioni più disparate, un professionista ti potrà solo rispondere: è il mio lavoro, qualcuno deve pur farlo.

 

Tra 10 giorni i media parleranno dei nuovi protagonisti dell' isola dei famosi e Tomizawa sarà già dimenticato, purtroppo se ne è andato un professionista che di sicuro amava il suo lavoro e invece di raccontare aneddotti ai nipoti è incappato in un incidente.

 

Il resto sono chiacchere da bar, perchè, percome, ma i soccorritori, ma la pista, ma la bandiera rossa ecc ecc, è andata così.

 

Se avete voglia leggeti questo racconto, ogni tanto fermarsi un attimo e pensare a cosa cerchiamo in moto può servire.

 

Almeno, a me serve.

 

http://www.cimina.net/motopoesie.htm

Non sono cani di città, che devono imparare un certo comportamento; chiedo loro solamente di essere cani, di essere affettuosi con la gente di casa, severi con gli estranei, capaci di mordere un cinghiale.


 


P. Vianini

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Ospite tecnofalc

bella domanda Pensieri

 

Onore al pilota giapponese e al pilota americano

 

 

 

io corro perchè un po' "la competizione" con la vespa (e non solo) l'ho sempre un po' praticata, garette improvvisate nel mio passato col mio et3 o 50 e altri anche con large per vedere "chi vinceva"

 

ora corro perchè quello che mi stimola è la disciplina, la vedetti nei piloti delle gare vespa a Varano anni '80, mi piacque tantissimo pur stando in sella a delle lamiere sagomate a mò di vespa come ho anche io ora, e sono le stesse vespe che usavano loro al tempo e di cui ne vado fiero pur sapendo la grande limitatezza di telaio freni fragilità motore

 

se corro appunto è anche a causa delle gare di Varano, di cui una la vedetti dal vivo, cosa a cui "voglio assomigliare" e, forse, questo ambiente ora come ora a me pare proprio simile a quello là, = bello

 

i rischi certo che ci sono e ne son consapevole, ma alla fine sia quel che sia, di rischi ce ne sono tantissimi anche su ogni strada pubblica come in casa propria, viviamo sul filo del rasoio ogni momento...come quelli che oggi sani domani zac! malore fisico e non ci son più...cosa dovremmo fare, fermarci?

 

ciao grande

 

PS farai qualche altra gara?

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Mhà, parlo da exprofessionista di un lavoro molto rischioso e da altri praticato come sport, mi sà che Tomizawa sapesse bene a cosa andava incontro, cerchi di prendere tutte le precauzioni necessarie, di sicuro ne prendi più che i tuoi omologhi dilettanti/amatori e mai faresti le cose che fanno loro con i loro mezzi e i loro limiti, speri che tutte le precauzioni prese servano ma sei ben consapevole dei rischi.

 

Ma sei pagato (bene) e ti stà bene così, sei capace perchè ti hanno addestrato per farlo con i minori rischi possibili, ma i rischi ci sono e li accetti, quando non ti senti più o il tuo fisico non te lo permette più ti fermi.

 

Se la domanda la rivolgi ad un amatore avrai delle motivazioni più disparate, un professionista ti potrà solo rispondere: è il mio lavoro, qualcuno deve pur farlo.

 

Tra 10 giorni i media parleranno dei nuovi protagonisti dell' isola dei famosi e Tomizawa sarà già dimenticato, purtroppo se ne è andato un professionista che di sicuro amava il suo lavoro e invece di raccontare aneddotti ai nipoti è incappato in un incidente.

 

Il resto sono chiacchere da bar, perchè, percome, ma i soccorritori, ma la pista, ma la bandiera rossa ecc ecc, è andata così.

 

Se avete voglia leggeti questo racconto, ogni tanto fermarsi un attimo e pensare a cosa cerchiamo in moto può servire.

 

Almeno, a me serve.

 

http://www.cimina.net/motopoesie.htm

 

Guarda, non credo che molti facciano questo sport per i soldi, che per carità sono tanti e gratificanti, ma c'è chi farebbe lo stesso anche "a gratìs" (io ad esempio) prendendosi tutti i rischi del caso sopo per passione. :1

Secondo me arrivare a certi livelli è MOOOOLTO più gratificante di avere milioni di euro nel conto in banca... ....Almeno questo è il mio pensiero! ;-):mrgreen:

"Così ho tirato giù la doppietta dalla parete 
e gli ho sparato due colpi d'avvertimento... 
...dritto in mezzo agli occhi."

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il ragazzo è morto facendo quello che voleva ...e difficile stabilire perchè ci piace ... io credo sia un fatto chimico un insieme di sostanze che si mescolano nel cervello e ci fanno sballare dalla velocità in sintesi come una droga ...fatto stà che a me piace correre correrei sempre correrei anche se sapessi che correndo quel giorno mi ammazzerei ...correrei anche dopo che sarei morto in un incidente se potrei ...

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il ragazzo è morto facendo quello che voleva ...e difficile stabilire perchè ci piace ... io credo sia un fatto chimico un insieme di sostanze che si mescolano nel cervello e ci fanno sballare dalla velocità in sintesi come una droga ...fatto stà che a me piace correre correrei sempre correrei anche se sapessi che correndo quel giorno mi ammazzerei ...correrei anche dopo che sarei morto in un incidente se potESSI ...

 

 

:bik

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con l'auto mi piaceva correre di notte, magari con il bagnato e da solo.. :V

con il passare degli anni considero quei momenti incoscenza pura

 

ma erano sensazioni a cui non riuscivo a resistere, ne avevo bisogno..

 

io l'ho imparato circa una settimana fa che la strada non è una pista...

macchina un pò acciaccata e tanta paura...

visto che abito a 5 kilometri da dove è morto il povero giapponese....quando, tra due settimane, la macchina sarà pronta comprerò 4 cerchi supplementari e gomme slick e via a santamonica...

 

io sono dell'avviso che ogni passione vista da uno che non la condivide è ridicola:

-il "giuoco di gente pettinata che corre su un campo plastico" è quello che dice la correzione automatica di et3.it

-il basket è tirare una palla in un cestino

-correre in pista è girare in cerchio mettendoci meno tempo possibile

eccetera....

per me nulla potrà mai sostituire la mia passione per le automibili..già prima ancora di possedere un motorino leggevo giornali di auto e non di moto

e adesso è diventata quasi un'ossessione, una stupenda ossessione 8)

5d71nq.gifIn cauda venenum

 

La teoria è quando si sa tutto e niente funziona. La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perché. Noi abbiamo messo insieme la teoria e la pratica: non c'è niente che funzioni... e nessuno sa il perché!

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