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Metodi per disporre di una presa di ricarica usb con "tutto originale"


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Ciao.  Come da oggetto. Sono un appassionato di elettronica, prima di mettermi a studiare / misurare tutti i segnali elettrici che escono da statore e centralina, chiedo se qualcuno ha già affrontato questo problema. Vorrei ricavare una presa USB per tenere sotto carica il cellulare con il navigatore. 500mA @ 5Vcc mi basterebbero.   Pensavo di prelevare l'alimentazione in parallelo alle luci anabbaglianti che ormai sono sempre accese,  Ponte raddrizzatore, condensatori di filtro e poi un alimentatore switching Boost Buck con ingresso flessibile 4-30v protetto da sotto/sovratensioni per arrivare al 5v. Qualche idea ?  C'è già qualcosa in commercio che non costa come una prolunga di 200km per restare collegato a casa ?  So che ci sono i powerbank,  ma...   vuoi mettere la soddisfazione di poterli anche ricaricare quando la Vespa è accesa ?  NON voglio modificare la parte elettrica della Vespa per portarla a 12v.....   Buona vita  ! 

 

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4 minuti fa, MarcoBorga96 ha scritto:

Mitica VMB1T

Francamente, ora che piazzi tutto dentro al fanale, hai trasformato quella vespa in una centrale elettrica

Dimensioni: 48 mm x 25 mm x 14 mm (lunghezza x larghezza x altezza). Aggiungere un ponte di diodi e forse un condensatore elettrolitico, altri 2 o 3 centimetri quadri. Se non ci sta nel fanale tiro i fili nel bauletto.  Per ora è solo uno studio....

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2 minuti fa, magri63 ha scritto:

Dimensioni: 48 mm x 25 mm x 14 mm (lunghezza x larghezza x altezza)

Non puoi usarli in corrente alternata (almeno quello che hai postato) ma solo in continua. Li ho usati un pò ovunque nel modellismo vario e sui classici 12V continui. Potrebbe starci a valle del ponte H ma bisogna vedere cosa salta fuori al minimo regime. Potresti trovarti con tutte le luci spente e la ricarica dello smartphone interrotta per riprendersi poi a giri pimpanti

Ricorda una cosa. Ogni conversione, sbrana via corrente e potenza generale

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Esatto, considerando anche che non essendo presente un regolatore, la tensione viene mantenuta al livello desiderato (6 volts più o meno) solo dall'assorbimento dei carichi, ovvero le lampade. Ogni cosa che aggiungi, anche se di minima potenza, abbassa la tensione. 

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Il ponte di diodi che citato ho è un raddrizzatore, la semionda raddrizzata poi viene stabilizzata dal condensatore elettrolitico prima di entrare nell'alimentatore (anche  se un condensatorino già ce l'ha.). La lampada anabbagliante ciuccia poco meno di 5Ampere (25W), il mezzo ampere o poco più (rendimento 97%) che ciuccia l'alimentatore per dare i 500mA sul 5V in uscita dell'USB possono dare qualche problema sulla luce quando il motore gira al minimo, ma in quel caso l'alimentatore dovrebbe andare in protezione. Consapevole che se giri per Milano tra i semafori e sei sempre al minimo l'USB non lo carichi, ma se macini chilometri ad andatura "normale" non ci dovrebbero essere problemi per 5W in più.  Forse.  Altri avvolgimenti dove cavare energia dall'alternatore, che poi era la mia domanda iniziale, ce ne sono ? 

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Si potrebbe studiare una modifica all'impianto della luce freno: anziché metterla a massa per spegnere la lampada si potrebbe deviare la tensione verso l'alimentatore. Per farlo occorrerebbe un deviatore al posto dell'interruttore sul pedale del freno. 

Questo consentirebbe di sfruttare la bobina del freno che è praticamente sempre a massa, escluso il momento in cui si frena. Questa bobina genera credo almeno 20w, più che sufficienti. 

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1 minuto fa, DoubleG ha scritto:

Si potrebbe studiare una modifica all'impianto della luce freno: anziché metterla a massa per spegnere la lampada si potrebbe deviare la tensione verso l'alimentatore. Per farlo occorrerebbe un deviatore al posto dell'interruttore sul pedale del freno. 

Questo consentirebbe di sfruttare la bobina del freno che è praticamente sempre a massa, escluso il momento in cui si frena. Questa bobina genera credo almeno 20w, più che sufficienti. 

Questa mi pare una soluzione intelligente !  Ci ragiono.

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Il problema è che la bobina dello stop da un lato alimenta il freno mentre dall'altro le posizioni e il corto a massa del freno è quello che mette a massa un lato della bobina per far funzionare le luci.

Bisognerebbe scollegare entrambi i capi della bobina, mettere un ponte di diodi e alimentare stop posizioni e usb modificando sia interrutore posizioni che stop in normalmente aperto

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Ma la bobina è comunque a massa tramite la lampada, attraverso il collegamento nella scatolina di derivazione: il filo azzurro diventa portatore di tensione verso la lampada dello stop quando si toglie la massa dal pedale del freno (quindi premendolo). Ed infatti stop e luci funzionano anche contemporaneamente. 

Con lo schema completo si capisce meglio

Screenshot_20240214_122401.thumb.jpg.af2f14aa29b39f6ba26315dba8055bca.jpg

 

Modificato da DoubleG
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Si può sempre mettere una resistenza che funga da carico fittizio, opportunamente dimensionata. Ma non credo che serva. Se a circuito originale si brucia la lampada dello stop la bobina non produce più corrente e tensione? I fari non funzionano più? 

 

Modificato da DoubleG
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Inviata (modificato)
4 minuti fa, magri63 ha scritto:

Pensavo più a qualcosa di simile....   

 

Img1.jpg

Ho disegnato una batteria....  siamo in corrente alternata, vero, ma il concetto non cambia. Anche perché, ci fosse una batteria, la versione originale piaggio farebbe una bella fumata !  Con il senno di poi.... la versione PIAGGIO lavora sempre con un avvolgimento praticamente in corto, e come tale, fa da freno elettrico al volano. Sia pur poco... ma la mia modifica qualche millesimo di CV di potenza li recupera. :-)

 

Modificato da magri63
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Si, ma nella realtà quella che tu hai disegnato come una batteria è una bobina, e su quella bobina la massa c'è solo quando la lampada è connessa a massa. Come hai fatto lo schema tu, la lampada va a massa solo quando premi il pedale con contatto NA. 

Modificato da DoubleG
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10 minuti fa, DoubleG ha scritto:

Si, ma nella realtà quella che tu hai disegnato come una batteria è una bobina, e su quella bobina la massa c'è solo quando la lampada è connessa a massa. Come hai fatto lo schema tu, la lampada va a massa solo quando premi il pedale con contatto NA. 

mmh... scusa.. non ho capito. Si, ho disegnato una batteria. Cancella e metti la bobina. La bobina ha un lato a massa. L'altro lato chiude il circuito lampadina (e relè se presente) quando premi il pedale (che normalmente è aperto e quindi lampada (e relè) spenta.  Il relè se è spento fa passare la corrente al circuito dell'alimentatore. Quando freni, chiudi il circuito della lampadina (e del relè) che si accende, e il contatto normalmente chiuso del relè si apre spegnendo l'alimentatore. (caso del terzo disegno). Nel secondo, l'alimentatore è sempre "alimentato", il circuito bobina alimentatore si chiude a massa; la lampadina si accende solo se premi il pedale (che deve essere normalmente aperto).  Quindi... gli schemi 2 e 3 devono avere per forza il pedale con un contatto "normalmente aperto", non quello standard piaggio che è normalmente chiuso. 

Non so se ho giustificato il comportamento, ma non vedo problemi.

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Inviata (modificato)
2 minuti fa, DoubleG ha scritto:

La bobina sullo statore non è a massa... 

Ecco.... quindi ho perso tempo per niente, mi era sfuggito questo dettaglio.  Quindi se brucia la lampadina dello stop non funziona la lampadina dello stop e nemmeno qualcos'altro che non vedo nello schema.  AZZ.  Scusa l'arroganza.  Ma adesso che ho visto questo...  un impianto più incasinato non riuscivano a farlo in piaggio ? Per risparmiare un filo ? Boh...  basito.  Forse qualche motivo di sicurezza ? (non ci arrivo).

Modificato da magri63
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Secondo me anche in quei tempi c'era qualcuno che si fumava della roba forte...ma veramente forte! 

Credo anche io che fosse per risparmiare fili e collegamenti, o per costringere i clienti a servirsi dell'assistenza Piaggio, essendo il loro circuito elettrico completamente fuori dagli schemi standard dell'epoca (ed anche attuali!). 

Modificato da DoubleG
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