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[Articolo] vespa capo nord - in vespa a capo nord


gRaio

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Ciao,come suggerito da qualcuno sposto il mio racconto qui.

 

In Vespa a capo nord

Venerdi 2 agosto

Finito di lavorare torno a casa e con la mia ragazza iniziamo a preparare i bagagli e a caricare l'impossibile

sulla vespa... dopo svariate ore sono le due di notte quando finalmente riesco ad andare in doccia.

Nella vespa abbiamo caricato due valigie da moto da 40 litri con i vestiti 2 sacchi a pelo e materassini una

tenda due zaini, 10 litri di olio da miscela una tanica di metallo da cinque litri una borsa con vari ricambi e

chiavi varie ruota di scorta e navigatore.

Sabato tre agosto

Sveglia presto e alle otto siamo già in vespa,la vespa con qualche chiletto in più del solito è un pò meno

agile ma se la cava ancora e sui passi di montagna riceviamo i primi incitamenti e saluti dai motociclisti un

pò stupiti di vedere una vespa da viaggio.

Il viaggio procede senza intoppi tra varie statali e paesetti e in serata raggiungiamo il primo campeggio

qualche kilometro più a nord di monaco montiamo la tenda doccia pranzo al sacco e via a nanna anche

perchè le zanzare sono particolarmente aggressive.

Domenica 4 agosto

Sveglia presto paghiamo il campeggio e lasciamo la proprietaria a bocca aperta per la nostra avventura.

Si parte...scegliamo di prendere l'autostrada, anche se a noi non piace e la evitiamo anche in auto, decisi a

prendere il traghetto la sera stessa.

Proseguiamo senza intoppi fino a metà mattinata quando la vespa si mette a fare i capricci(in realtà e colpa

mia sono già parecchi km (50) che tengo i 100 km/h)su una leggera discesa decido di provare le potenzialità

del mezzo a pieno carico e sono a 115 di gps quando sento un indurimento del motore tiro la frizione e la

vespa si spegne,provo a riaccenderla in corsa ma niente. Per fortuna c'è un'area di sosta e ci fermiamo,

lascio la vespa raffreddare nella speranza di non dover smontare nulla e parliamo con la mia ragazza se sia il

caso di rischiare e proseguire o di girare i tacchi e tornare a casa stile cane bastonato.

Passa più di mezz'ora quando provo a riaccenderla...la vespa va,non tiene il minimo ma va,decidiamo all'ora

di proseguire tanto...chi se ne frega di restare dispersi in giro per il mondo.

Si riparte ma, come da nostra abitudine, l'autostrada non fa per noi e a quanto pare neanche per i nostri

mezzi così impostiamo il navigatore su evita autostrade e...percorso più breve. Il paesaggio migliora

notevolmente e la monotonia dell'autostrada lascia posto a infinite campagne,paesini caratteristici e tanto

ma tanto ma tanto non avete idea quanto PORFIDO, ora sfido chiunque con un'et3 con 2 quintali sopra a

non odiare il porfido,risultato parafango e specchietto svitato per non parlare dei miei specchietti quelli

avete presente che si appoggiano alla sella.

Comunque si prosegue fino a metà pomeriggio quando in un'area si sosta lungo la strada ci fermiamo per

fare benzina e per un caffè,qui incontriamo un gruppo composto di tre coppie di harleisti tedeschi,dopo un

po che ci fissano e parlottano tra loro uno di loro prende coraggio (non che ne avessero bisogno il più

piccolo era grande come l'armadio della mia camera) si avvicina inizia a guardare il mio mezzo e mi chiede

se è una vespa,a quel punto si avviciniamo anche gli altri e iniziamo a parlare un pò come riusciamo (loro

non parlano inglese e noi tedesco il tedesco)e gli spieghiamo che siamo veneti,siamo diretti a capo

nord,siamo in viaggio da ieri e abbiamo già fatto più di 800km.

A quel punto immaginate Bud Spencer guardavi con ammirazione e affermare "respect" e poi girarsi verso

la moglie e dirle tu non lo faresti mai,inutile dirvi come ci ha gasati il fatto.Vabe fine della pausa si rimonta

in sella il traghetto non aspetta i nostri comodi. La vespa pare andare bene tiene di nuovo anche il minimo

e sembra indistruttibile ,continuiamo a salire su per la Germania tra paesetti e statali ormai per strada

siamo un'attrazione riceviamo di continuo saluti incitamenti e foto da persone di ogni età.

E’ tardo pomeriggio e la metà pare lontana si mette pure a piovigginare e su un leggero dosso perdo pure

la porta del motore mi fermo la raccolgo e mi accorgo che il porfido ha mietuto un'altra vittima sul mio

mezzo e più avanti mi accorgerò che non è neanche l'ultima, infatti si e rotta la serratura che la tiene

agganciata, vabbè,non sarà questo a fermarmi la metto sul portapacchi e via fino a che, ad un certo punto,

la strada finisce e prosegue al di la del fiume, io mi accorgo della chiatta che fa da collegamento...la mia

ragazza no...e convinta che stia tentando di saltare il canale... inizia a picchiarmi dei pugni sulla spalla,

adesso voi non lo sapete ma è cintura nera terzo dan di karate quindi probabilmente ho ancora dei lividi

sulla spalla oltre che conseguenze a lungo termine.

Ormai e notte e il traghetto non riusciremo più a prenderlo per stasera cosi alle 11 troviamo un albergo in

modo anche da velocizzare le cose la mattina successiva e prendere il traghetto. Arrivati in stanza grazie a

internet scopriamo che oltre al traghetto delle 7 di Rostock c'è anche uno che parte da Sanniz a

mezzogiorno che nonostante sia più lontano ci permette un pò più di tranquillità il giorno successivo e poi

crolliamo in un sonno profondo.

Lunedi 5 agosto

Lunedi 5 agosto ci svegliamo già stanchi, aver fatto già quasi 1200km in due giorni non aiuta, non siamo

abbituati a percorrere così tanta strada in vespa, fino a quel momento al massimo avevamo sempre fatto

qualche centinaio di kilometri,ma la voglia e soppratutto la sfida di arrivare supera di gran lungo la fatica e

quindi sveglia presto come sempre colazione rapida e via.

Usciamo dall'albergo l'umidità notturna si fa sempre più pesante e la vespa sembra appena uscita dal

lavaggio L'aria frizzantina del mattino aiuta ad aprire gli occhi e il caldo soffocante dei giorni precedenti

sembra solo un lontano ricordo.

Partiamo, fortunatamente il porto si trova "solo" a 230 km da dove siamo ,che, visto le percorenze dei

giorni precedenti sembra una passeggiata.

Man mano che ci avviciniamo le pianure di campi coltivati iniziano a trasformarsi in paesaggi marini e il

traffico vacanziero si fa più pesante, la vespa attira un sacco di attenzioni e con lei anche i due pazzi che ci

stano sopra,vi confesso che io saluto spesso alla mattarello e faccio finta di conoscere la gente che non conosco.

Arriviamo in porto in tarda mattinata paghiamo i biglietti e prendiamo ordinatamente posto sulla nostra

corsia di imbarco,tempo di togliere casco e giubbotto e ci troviamo assaliti dalla gente. C'è l'anziano che

probabilmente riconosce nella vespa la sua gioventù c'è il bambino che non l'ha mai vista e ci sono i

motociclisti che probabilmente sono diretti dove lo siamo noi e capiscono la difficoltà e quasi tutti chi di

nascosto e chi no ci fanno delle foto. Qui abbiamo modo di passare un'oretta in compagnia dell'autista di

una corriera di tedeschi che molto incuriosito dal nostro mezzo ci fa un sacco di domande e un pò scherza

con noi sulla nostra velocità media e sul fatto che sarà un lunghissimo viaggio.

Ad un certo punto la totale calma del porto viene interrotta e inizia un veloce imbarco di tutti i mezzi

presenti,noi col la moto ci viene indicato di salire una lunga rampa che porta al garage rialzato del traghetto

e qui ci fanno parcheggiare ai lati. Saliamo lungo le scale della nave e siamo a bordo,giriamo un pò e

cerchiamo di capire che cosa c'è a bordo e come uscire a vedere il mar Baltico. Il traghetto accende i motori

e via verso la Svezia,a dir la verità nella mia convinzione che la vespa sia un mezzo perfetto avevo passato

alcuni mesi prima a convincere la mia ragazza sul fatto che potesse ,con alcune piccole modifiche, anche

affrontare il mare aperto ma poi la mole di carico mi ha fatto desistere dal provarci...Pranziamo e poi

saliamo sul ponte a goderci il sole e il suono tranquillo del mare e in circa quattro ore siamo a Trelleborg.

Scendiamo le scale del traghetto e siamo di nuovo in vespa,uscire dal porto si rivela più complicato del

previsto soprattutto vista la quantità di mezzi che lo fanno tutti assieme. Un rapido salto ad un bancomat e

ci dirigiamo a nord. Percoriamo un centinaio di km e visto ormai che è tardi ci fermiamo a mangiare in un

locale; grazie al wifi scambiamo due battute col gli amici e dopo cena ci mettiamo a cercare un campeggio

per dormire.Ne troviamo uno poco dopo le nove di sera ma la reception è gia chiusa,c'è però un piccolo

campanello da suonare,lo facciamo e dopo qualche minuto si presenta un signore che ci indica la piazzola

dove metterci e ci consegna le chiavi per i bagni, gli chiediamo per il pagamento ma ci dice che ha già

chiuso l'ufficio e ci rimanda a domani e se ne va senza chiederci ne documenti ne nulla. Vabbè,

probabilmente qui il senso civico è maggiore e nessuno fà il furbo.

Montiamo rapidamente la tenda e ne approffito per fissare il parafango. Doccia e nanna.

Martedì 6 agosto

la sveglia si fà sempre più dura ma noi siamo più duri della sveglia e ci alziamo, man mano che avanziamo

verso nord l'aria si fà più fresca e iniziamo ad aggiungere strati all'abbigliamento.

Sarà che ormai il fisico si è rassegnato sarà che l'aria più fresca stanca meno ma oggi siamo particolarmente

in forma e maciniamo km e km in leggerezza, ci fermiamo solo per piccole pause benzina e qualche caffè.

Qui non mancano mai le persone incuriosite dalla nostra conformazione di viaggio che scattano foto o si

fermano a scambiare due chiacchere, incontriamo anche un signore distinto che ci racconta che anche lui

ha un px ed è appassionato di vespe e quando ripartiamo si incanta ad ascoltare il rombo del piccolo due

tempi che ci sta spingendo ai confini dell'Europa. Abbiamo già percoso un bel pezzo di Svezia e iniziamo a

chiederci quando appariranno le renne,nel frattempo il paesaggio intorno a noi continua a mutare da campi

coltivati e costa marina stiamo ora incontrando foreste sempre più grandi e laghi sempre più blu,anche il

cielo ha tonalità molto più intense delle quali siamo abituati.

E sera,il cielo inizia a farsi minaccioso, è ormai buio ad un certo punto la pioggia inizia a scendere

ma,stavolta la fortuna è dalla nostra parte e troviamo un hotel prima di essere troppo bagnati.

Anche oggi abbiamo fatto 550 km, la meta così lontana all'inizio non sembra più solo una fantasia ma solida

realtà. Un morbido cuscino accompagna i nostri sogni di gloria.

Mercoledì 7 agosto

ci svegliamo con il cielo che non ha ancora deciso se sarà o no una bella giornata.

Scendiamo a fare colazione, l'hotel è piccolo ma accogliente e abbiamo modo di scambiare due parole con

la proprietaria, dopo di che, carichiamo la vespa in un baleno e approfittando di una piccola pausa della

pioggia partiamo.

Riusciamo a farla franca ed a incontrare finalmente un bel sole, niente temperature

estreme come da noi ma si sta bene. I cartelli di pericolo alci si moltiplicano ma di alci e renne neanche

l'ombra: vabbè, probabilmente saranno più a nord. Iniziamo a renderci sempre più conto che la gente qui

vive in maniera diversa, più calma, rispetta i limiti, raramente è di fretta e la incontri alle

aree di sosta con la macchina abbandonata alla pompa di benzina e il proprietario all'interno a sorseggiare

un caffè o a prendere qualcosa da mangiare.

Faccio molta fatica a convincere chi mi segue a superarmi e solo quando la carreggiata si allarga a due

corsie lo fa. Ad un certo punto mi accorgo dallo specchietto di una moto in lontananza che rapidamente si

avvicina a noi,ma non mi supera, non subito e quando lo fa il passeggero ci sta scattando una foto, poi

saluta e rapidamente si allontana. Ormai penso di avere la vespa più fotografata di Brad Pitt e, sopratutto

sono colpito dal fatto che i motociclisti mi salutino come fossi uno di loro,ho anch'io la moto e

tendenzialmente siamo molto restrittivi sulle categorie da salutare o no.

Nel corso della giornata inizio ad avvertire in maniera sempre più presente una vibrazione in frenata

sull'anteriore e già qualche giorno che c'è ma era molto lieve,penso:probabilmente avrò ovalizzato il

tamburo,inizio a farci sempre più caso e noto che c'è anche alle basse velocità. Alla prima pausa controllo la

ruota,mi accorgo che c'è del "lasco" il porfido a pieno carico probabilmente ha colpito ancora...ma ormai

tornare indietro sarebbe come andare all'otkober fest portandosi la birra da casa(inutile).

Proseguiamo ma nel pomeriggio inizia a diluviare e in breve tempo nonostante l'abbigliamento

impermeabile non so se ci sia più acqua sulla strada o dentro le mie maniche. Così troviamo un

campeggio,chiediamo una hitte (bungalow),in tenda sarebbe un problema asciugare la roba,cosi in men che

non si dica abbiamo tutto steso e i termosifoni a manetta. Mangiamo qualcosa nel ristorante self service

del campeggio e facciamo una passeggiata lungo il lago poi torniamo nella nostra dimora, ma fatichiamo ad

addormentarci perché le giornate si fanno sempre più lunghe.

Così è tarda notte quando prendiamo sonno e mattina presto quando siamo già svegli.

(NOTA: Sabato ho aperto il motore e, a parte aver scoperto della rottura della chiavetta della frizione oltre

a quella del pignone, ho visto che il pistone dopo la rottura del primo ed aver ricarburato non ha segni di

detonazione)

Giovedì 8 agosto

Alle cinque del mattino sono già sveglio a causa della luce del giorno che man mano che saliamo si fa

sempre più prepotente nei confronti del buio della notte, la mia ragazza no, così ne approfitto per uscire a

respirare un pò l'aria fresca del mattino in riva al lago del campeggio. Butto

un'occhio alla vespa e noto che la marmitta nuova montata prima di partire ha perso per strada il suo

colore nero opaco e lasciato posto alla ruggine, penso tra me e me "non fanno più le cose di qualità come

una volta", in realtà è solo un primo chiaro segnale dell'inevitabile.

Nel frattempo la bella addormentata si sveglia e iniziamo a far colazione, carichiamo la vespa e via con la

bussola fissa da giorni a nord. Primi km tutto procede regolare il pallido sole fa quel che può e cerca di

scaldare la nostra avventura. Il paesaggio è un continuo variare dal mare alla

foresta più imponente e riempie i nostri cuori di emozioni, notiamo anche che il blu del cielo è più blu che

da noi (ok sembra la storia dell'erba del vicino che è sempre più verde però è cosi: probabilmente il clima

meno umido gli spazi più aperti, meno traffico ecc…ecc… non creano una "cappa" che filtra

il colore rendendolo grigio).

Se i paesaggi riempiono i nostri cuori di emozioni non fanno altrettanto con lo stomaco così a mezzogiorno

ci fermiamo in un'area di sosta, in ogni area è praticamente sempre presente un fast food o comunque un

piccolo locale che offre cibo veloce cosi spesso soprattutto io ne approfitto, entriamo nel negozio,ormai la

fiducia in questo popolo è massima (in realtà é qualche anno che giriamo l'europa in furgone e l'unico

tentativo di furto lo abbiamo subito in campeggio a Parigi da una coppia di italiani) tanto da abbandonare i

nostri valori alla mercè di tutti sopra la vespa, prendiamo un paio di panini e ci sediamo fuori su una

panchina per assaporare il nostro agognato pasto, caffè e di nuovo in sella.

I preparativi per ripartire nel corso dei giorni si sono parecchio allungati per via dei vari strati aggiunti e cosi

un ragazzo che era appena arrivato si avvicina e senza parlare a gesti mi chiede se ha il permesso di fare

una foto che con il solo gesto della testa gli confermo. Rapida scalciata sul pedale

di accensione e la vespa, ligia al suo dovere, parte senza esitazioni: prima, seconda, terza e quarta, lei

neanche una piega e pare non sentire l'imponente carico su di essa e fila via come nulla fosse. Questo

finché ad un certo punto iniziano a comparire sempre più insistenti le salite, qua in quarta sotto

sforzo noto un tintinnìo che non riesco a decifrare da dove provenga. All'inizio incolpo il parafango che mi

aveva già procurato noie in precedenza poi i sacchetti a protezione dei bagagli,le chiavi, poi l'auricolare

dell'interfono di un noto discount insomma ne avevo di cose che potevano in qualche modo

dare disturbi.

Niente di allarmante penso giù la terza e le salite si fanno più facili. Via via, paese dopo paese, saliamo

rapidamente un'ultima rapida sosta e giù di nuovo con l'idea di fare più km possibili. Sono le cinque e

mezza di sera quando affrontando l'ennesima salita decido di tenere la quarta per

identificare il colpevole della vibrazione. Forse sono gli ultimi tre secondi del mio intento che la vibrazione si

fa fortissima e la vespa smette di respirare...ci fermiamo a bordo strada guardo la mia ragazza con la faccia

preoccupata e provo a togliere la candela ma è troppo calda così ho modo di

provare ad abbassare la pedalina e sentire che nulla succede.

I minuti passano rapidi e con loro cresce la nostra preoccupazione sull'entità del

problema; finalmente riesco a togliere la candela e a notare grazie ad una pila che c'è un buco nel pistone.

Ok nulla di grave ne ho uno di scorta con me. Propongo alla mia ragazza , visto l'incombere della notte, di

montare la tenda nel bosco e poi di pensare con calma a sistemare la vespa, il suo sguardo

passa molto rapidamente dal preoccupato al terrorizzato,ok magari è stata un pò colpa mia, sono giorni che

le parlo della mia convinzione sulla presenza in quei boschi di lupi e orsi come avevo passato alcuni mesi

prima della partenza ad inviarle foto di barche affondate per tranquillizzarla sulla

sicurezza dei traghetti.

Inutile il suo no stavolta è categorico e mi lascio convincere a tornare all'area di sosta incontrata qualche

km prima, per fortuna è anche tutta discesa, così, con la sola spinta della gravità, la raggiungiamo. Arrivati ci

piazziamo in un angolo dedicato anche al parcheggio dei camionisti e iniziamo ad operare, via il

carburatore, lo scarico, ecc… ecc… nel giro di qualche minuto c'è mezza vespa disseminata nell'arco di due

metri.

Fortunatamente l'idea della mia ragazza di tornare all'area di sosta si rivela più utile del previsto e grazie ad

una piccola bombola di aria compressa riesco anche a soffiare via buona parte dell'alluminio del pistone

esploso. Inizio a grattare via con la carta vetrata dal cilindro i residui e mi accorgo di essere in un reality ci

sono dei ragazzi che mi osservano accuratamente dalle panchine del bar e si avvicinano pure dei camionisti

uno di loro, un pò beffardo, mi chiede se ho problemi, ben sapendo cosa stavo facendo, ma io con tutta la

tranquillità che mi contraddistingue gli rispondo che si tratta solo di un piccolo problema praticamente già

risolto.

Rimontiamo il tutto e la vespa parte tra lo stupore dei presenti, fino a poco tempo prima era

morta e ora è risorta come la fenice dalle ceneri. Un salto al piccolo supermarket del benzinaio per

acquistare qualche cosa da mangiare per la sera e si riparte. Via su per la salita senza forzare per

permettere al pistone di rodarsi ma capisco subito che qualcosa non va, sarà l'alluminio ancora in giro o

altro ma il motore rapidamente si indurisce fino a inchiodare la ruota posteriore, il motore è bloccato e non

riesco a farlo ripartire finche insistendo un pò avanti e indietro riesco a muoverlo.

E’ solo ora che realizzo che sto da giorni girando con una carburazione magrissima così mi invento una

soluzione di ripiego finchè non raggiungiamo un campeggio per la notte, tiro l'aria e proviamo ad avanzare.

Ora lo so che tanti di voi stano pensando ma non vi conveniva girare la vespa verso casa? Ma il pensiero dei

sacrifici fatti per arrivare fino la e rinunciare a raggiungere la metà quando ormai inizi già

ad assaporare l'arrivo non ci passava nemmeno per la testa. La vespa pare andare e in qualche modo

arriviamo ad un campeggio montiamo la tenda e mi metto a carburare molto ad intuito visto che è già tardi

e non penso che una vespa accesa possa far piacere.

Finisco verso le undici grazie anche alla lotta continua con le zanzare che si impegnano a non farmi

concentrare. Cosi dopo la doccia è mezzanotte quando ci ritroviamo a mangiare a lume di sole nella

stanza del campeggio dedicata. Dopodichè ci corichiamo (tra i brividi della mia ragazza) con il pensiero di

come sarà il giorno successivo e se la nostra amata vespa deciderà di realizzare il nostro sogno.

la foto è stata fatta a mezzanotte e mezza!

Venerdi 9 agosto

Ci svegliamo con l'ansia di quel che sarà della giornata la rottura di ieri ci ha lasciato un segno dentro e la

paura di una metà cosi vicina ma che rischia di diventare irrangiungibile. Cosi smontiamo la tenda e

carichiamo per l'ennesima volta la vespa, una rapida scalciata e lei senza batter ciglio si accende partiamo

ma con sempre il dubbio se lei asseconderà i nostri sogni; proseguiamo lentamente senza forzare il ritmo,

in fondo un pò di rodaggio glielo concediamo, la carburazione sembra ok ma decidiamo comunque di fare

una piccola sosta in realtà ci dobbiamo fermare perchè abbiamo finito la benzina ma già che ci siamo

meglio essere prudenti. La candela non è perfetta ma almeno non è il bianco neve dei giorni scorsi e così

facciamo finta vada bene e avanziamo senza, bè quasi senza, paura, finchè, ad un certo punto (era

mezzogiorno circa) ci appare lei, una renna, che con la sua tranquillità sembra in grado di rallentare il

tempo.

Mi fermo, lei un pò impaurita si allontana senza fretta, due rapide foto e si riparte in fondo siamo venuti a

conquistare il punto più alto d'Europa mica a guardare le renne brucare. La giornata prosegue tra renne,

soste per controllare la candela e la ricerca di distributori di benzina dispersi in mezzo a boschi. La nostra

paura di poche ore prima si trasforma presto in entusiasmo quando leggiamo il cartello con scritto Finlandia

quindi decidiamo di concederci e concedere alla vespa una sosta: ci fermiamo in un locale un misto di

negozio ricordi bar e country ma mi piace; solito caffè, solito spuntino e scambiamo due parole con alcuni

italiani che sono li in camper si ferma anche un anziano e una signora del posto che di fronte a un piccolo

mezzo carico come un camion resta a bocca aperta e si fa raccontare la nostra avventura.

Vabbè ormai non abbiamo paura di nulla e decidiamo di voler conquistare la Norvegia (in senso figurato

non eravamo armati) quindi si riparte e in serata siamo in Norvegia, troviamo un campeggio ma non mi

ispira quindi decido di proseguire, tanto ormai il buio della notte é stato definitivamente sconfitto dal

giorno: poco più avanti su un fiume dei ragazzi con la motoslitta, non chiedetemi come, ma facevano a gara

a chi era più bravo a farla planare per centinaia di metri. Propongo alla mia ragazza di partecipare alla

competizione con la vespa e mi becco il secondo mal di spalla della vacanza. Mi fermo poco più avanti a

fare benzina e ci sono dei ragazzi noto un certo stile film americano in loro molto college (forse un pò you

porn) tra di loro spopolano i quad e i fast food.

Risaltiamo in sella e via alla ricerca del prossimo campeggio: rinunciare a quello precedente non è stata una

grande idea se il sole continua a spiare il nostro viaggio le temperature miti del giorno presto spariscono e

lasciano spazio a una bella brezza tipica dei nostri inverni cosi io mi sento un pò infreddolito mentre la mia

dolce metà si è trasformata in una ragazza vibrante per il freddo. Siamo costretti a percorrerre più di cento

chilometri prima di trovare un riparo per la notte. Stasera visto il colore morte della signora ci concediamo

il tepore di una hitte. La serata si conclude a mezzanotte quando finalmente riusciamo a coricarci con la

consapevolezza che manca poco veramente poco.

Sabato 10 agosto

Ci svegliamo con qualche goccia di pioggia che non guasta mai, entusiasmo alle stelle e stanchezza a palate

ma oggi è il D-day, almeno lo speriamo, gli episodi degli ultimi giorni un pò fanno cupolino nei nostri

pensieri ma mai abbastanza per farci desistere. Cosi partiamo per affrontare gli

ultimi km (non sono proprio pochi ma rispetto a quelli affrontati fin'ora sembra una passeggiata); perfino la

vespa sembra avere una marcia in più e aver finalmente capito di cosa è capace.

La giornata procede tranquilla con le solite pause, chiacchere e caffè con la gente che affolla le aree di

sosta, in una di queste veniamo a lungo spiati da un russo, che cerca in maniera molto furtiva di scattare

una foto ma no si fa tutti questi riguardi nell'augurarci buon viaggio al momento della partenza e quando

poi ci supera con l'autobus non perde occasione per salutarci.

Ad un centinaio di km da capo nord mi fermo a fare benzina ed incontro un signore in camper butto

l'occhio e vedo la targa che indica un concessionario di Vicenza molto vicino a dove abita la mia

ragazza, lo saluto e scambiamo due chiacchere su come sia strano trovare praticamente un vicino di casa a

4000 km da casa, ci avverte che su fa molto freddo con forti raffiche di vento; ma cavolo già la mia

compagna d'avventura ha passato tutte le ere glaciali trasformandosi a sua volta in cubetto di

ghiaccio e questo mi dice che su è ancora più freddo: vabbè non torneremo certo indietro ora.

Rimettiamo in moto l'avventura e imbocchiamo di nuovo la strada, arriviamo finalmente al tunnel che

collega l'isola con la terraferma, a casa avevo letto di questo tunnel lungo 7 kilometri e 212 metri sotto il

livello del mare, ma affrontarlo ha tutto un'altro sapore: scende per metà della sua lunghezza e risale per

l'altra metà, è buio e bagnato e incute, in chi lo affronta, un misto di paura e entusiasmo, una sensazione

stranissima, una specie di vertigine al contrario, o almeno nel mio caso è stato cosi.

I paesaggi mi ricordano molto le foto lunari e iniziano delle ripide salite dove l'asfalto bagnato e umido non

mi entusiasma finche ad un certo punto quasi inaspettato in lontananza intravedo lui...Nordkapp per gli

amici...sono gli ultimi centinaia di metri i più duri da affrontare dove il cuore si fa via via più leggero

e i pensieri affollano la mente,dove le stanchezze iniziano a farsi pesanti ma l'entusiasmo la fa ancora da

padrone.

Paghiamo l'entrata, in realtà capo nord è molto commerciale ma per noi ha un sapore speciale, quello di

una sfida vinta ,ok dobbiamo ancora fare tutto il ritorno, ma, soprattutto per me

interessava solo arrivare fin qua. Raggiungiamo il parcheggio dei mezzi e neanche il tempo di togliere il

casco e veniamo accolti da un italiano di chiare origini emiliane che ci chiede se siamo partiti da Vicenza (la

mia vespa e targata vi) gli rispondo “nooooooo da Treviso”, l'unica cosa che riesce a dire è bè

complimenti avete i "controcoglioni" poi mi chiede in quanto tempo e via n’altra botta di "controcoglioni",

ci salutiamo e ci dirigiamo verso l'ambito monumento con il mappamondo. Qui trascorriamo la serata in

attesa di vedere il famoso sole di mezzanotte tra museo cinema cena e tutto quello che offre il

posto, cartoline di rito foto ricordo e la consapevolezza di avercela fatta (non che nessuno l'abbia mai fatto

ma in due su un telaio piccolo è stata dura mooolto dura).

Da buoni turisti aspettiamo la mezzanotte per fare le foto godendoci il silenzio che solo pochi posti al

mondo possono dare, visto la fortuna dei pochi turisti presenti in alcuni momenti della sera, ci troviamo

addirittura da soli per una mezz'ora sulla terrazza panoramica, non avete idea di quanti suoni ci sono nel

"silenzio" di un posto cosi. All'una passata decidiamo di ripartire con destinazione Alta, fuori ci sono meno

di tre gradi ma con l'aria sembrano molto meno senza contare che un pò di

sonno si fa sentire, ma siamo dei super eroi acciaccati ma super, cosi via giù per la discesa se il bagnato

dell'andata un pò mi preoccupava il ritorno con i cuscinetti della ruota che ormai sono alla frutta si fa

traumatico e si che girare anche in moto col bagnato non mi ha mai creato problemi, forse sono

anche le sm100 a non dare tutta sta confidenza ma non sono mai andato cosi piano in vita mia neanche

sulla neve (si ci vado anche in vespa).

La mia ragazza si fa sopraffare dal freddo e dal sonno la sento scivolare sulla mia spalla e faccio appena a

tempo ad afferrarla poi si riprende e proseguiamo, via di nuovo giù per il tunnel e su di nuovo, i paesaggi

col sole appena appena acceso all'orizzonte sono la cosa più magnifica mai vista con un mix di colori

indescrivibile che nessuna macchina fotografica riesce ad immortalare.

Affronto l'ennesima curva, accellero e niente il motore sale di giri ma la vespa non

avanza: "azzo" c'è, stavolta non sembra la frizione ma allora? (prima di partire dicevo a tutti che la vespa è il

mezzo perfetto se decide di fermarsi in un posto vuol dire che quello è il posto ideale per viverci e si è

fermata in tre posti Germania, Svezia e Norvegia tre luoghi che ora amo e non vedo l'ora

di tornarci sarà un caso?) ma ora sono le tre di notte, sono stanco ho sonno e non ho per niente voglia di

smontare la vespa, ma non ho alternative, quindi "preghiere" di rito e giù a sporcarsi le mani.

Raggiungo abbastanza rapidamente il punto dove si trova il problema ma ho qualche difficolta a svitare il

dado del pignone, per fortuna si trattava solo di una fottutissima chiavetta che ha tentato di chiavarmi, in

qualche modo riesco a risolvere il problema ma l'ennesima rottura e i cuscinetti della ruota che non so per

quanto tempo decidano ancora di fare il loro dovere, ci fa desistere dal proseguire verso

Alta, quindi decidiamo in anticipo sui tempi previsti di dirigerci verso casa in fondo il nostro obbiettivo

primario lo abbiamo raggiunto.

Inutile dire che da li in poi oltre a dover fissare la marmitta e ricarburare la vespa una volta in Germania non

abbiamo più avuto problemi ma in quel momento ci sembrava l'unica soluzione saggia da prendere,

avevamo già rischiato abbastanza. Un pò con la coda tra le gambe al bivio che porta verso Alta giriamo

verso sud e iniziamo ufficialmente il rientro. A metà mattinata mi rendo conto che mi si chiudono gli occhi e

non è per niente una bella cosa cosi trovo un piazzola lungo un fiume dove c'è dell'altra gente accampata e

mi sdraio sopra un tavolo io e sopra una panchina la mia ragazza; l'acqua che scorre ci fa da ninna

nanna e immediatamente mi addormento. Mi sveglierò dopo un'oretta sorpreso di non essere stato

derubato di tutto e violentato ma poi mi ricordo di non essere in Italia.

Un ragazzo si avvicina a noi e scambiamo qualche chiacchera sul viaggio, sul mezzo, più o meno le stesse

domande che ci hanno fatto tutti in fondo mi rendo conto che suscitiamo curiosità. Stiamo per ripartire ma

torna il ragazzo armato di macchina fotografica e in italiano ci dice uno momento, poi ci fa ok e ci congeda.

Proseguiamo fino a metà pomeriggio o meglio fino a quando le forze non ci abbandonano del tutto prima di

dire basta e trovare un campeggio per la notte. Siamo di nuovo in Finlandia (ci mancava dormire una notte

qui).

Eccomi qua sono stato un pò latitante,ero a regalare alla vespa un pò di manutenzione in vista del prossimo

viaggio, frizione, rettifica e pistone nuovo,tra parentesi ho gia tirato una scaldata perchè ormai l'ho preso

come vizio per far capire al pistone chi comanda, ma riprendiamo.

E’ lunedì 12 agosto

e ormai l'avventura è agli sgoccioli ma non ci pensiamo per il momento, le stanchezze iniziano un pò a fare

da padroni per cui c'è la prendiamo con calma e non facciamo più le alzataccie dei giorni precedenti.

Ci alziamo col fiume davanti a noi che suona una sinfonia d' acqua,colazione e preparativi che ormai fanno

parte delle nostre abitudini, come spesso adoro passare le mattine a respirare l'aria fresca cosi mentre sono

fuori dal bungalow il mio personale stereotipo di famiglia finlandese si affaccia dal

bungalow accanto al nostro, lui biondo, barba e con il fisico da tagliaboschi, lei biondissima e altissima e il

figlio immancabilmente biondo.

Lui mi si rivolge in inglese e mi chiede dove siamo diretti, io inaspettatamente anche per me gli rispondo,

poi però va sul difficile è sono costretto a chiamare rinforzi, che nel frattempo stava sentendo tutto e se la

rideva in attesa della mia richiesta d'aiuto. E’ quasi mezzogiorno quando ci mettiamo in marcia e le nuvole

piene di pioggia minacciano il nostro ritorno ma fortunatamente decidono di attaccarci alle

spalle e si sa che la vespa e più veloce del vento, cosi per tutto il giorno non riescono a raggiungerci.

Il viaggio prosegue senza intoppi a parte qualche indecisione del navigatore che ci fa fare su e giù per le

strade decidendo che è giusto in un viaggio del genere provare anche dello sterrato e io

decido di assecondarlo (i cuscinetti della ruota davanti un pò meno ma non hanno possibilità di scelta),

scopro che in realtà è una strada di uso comune infatti incrocio parecchi veicoli tra cui uno scooter

elaborato, avrà fatto 100 all'ora sulla ghiaia, io con due quintali sulla vespa e cuscinetti finiti

più altri 2500 km da fare non me lo posso permettere e mi accontento di molto meno.

La giornata prosegue come al solito fatta di pause benzina caffè e km su km, gli italiani che incontriamo in

autogrill si stupiscono ogni volta nel vedere una vespa targata Italia a quelle latitudini; mi resterà per

sempre impressa la faccia di una signora abituata al confort del suo camper da 60mila euro

chiederci: “ma siete venuti dall'Italia con quella?”. La tipica faccia di stupore ammirazione e un pò da io non

io farei mai non c'è neanche la tv, ma si sa il viaggio lo si fa per vedere posti nuovi mica per guardare il

programma preferito alla tv.

E’ sera e troviamo un campeggio in riva al mare un gran bel campeggio 5 stelle dotato di ogni

confort,chiediamo se hanno un ristorante,un bar insomma qualcosa da mangiare il ragazzo della reception

ci conferma di avere tutto cosi montiamo la tenda doccia e ci avviamo verso i locali. Arriviamo davanti al

ristorante, già chiuso, il bar idem ,il negozio di alimentari pure. Cosi ennesima cena fatta di marmellata e

biscotti in tenda,per fortuna ci adattiamo con facilità di sicuro non racconteremo di aver fatto delle mega

cene di prodotti locali.

Martedi 13 agosto

ci svegliamo esausti e un pò affamati ma ormai fa parte dei nostri viaggi dove spesso e volentieri il pranzo lo

saltiamo o alla meno peggio mangiamo quello che i mercati del posto offrono e la cena spesso è un pò

blanda, quando c'è. Rituali mattutini e si riparte con la bussola che punta

a sud ma con già un pò di nostalgia del nord.

La strada scorre veloce, beh si fa per dire, e il contachilometri della vespa continua a scrivere in maniera

indelebile su esso la nostra storia, ora non abbiamo fatto nulla di particolare o che cambierà il mondo, molti

prima di noi e dopo di noi affronteranno la stessa strada ma nessuno avrà le stesse emozioni dell'altro o lo

stesso stato d'animo perchè ognuno di noi è unico e siamo il risultato dato dalle esperienze che ognuno di

noi ha avuto nella vita,per cui quello che abbiamo fatto in qualche modo ha cambiato il mio IO e di

conseguenza il mio piccolo mondo.

La strada prosegue tra millllllioni di alberi finchè, a un certo punto, scorgo in lontananza un sagoma

famigliare molto famigliare, è una vespa un px, la vedo girare, la seguo, vedo che si ferma ad un distributore

mi fermo anch'io non è una vespa o meglio non è una vespa vespa, è la nuova Lml quattro tempi ma

vabbè hanno copiato una delle meraviglie d'Italia per cui me la faccio passare, sono italiani, io arrivo

suonando e due ragazzi mi guardano con la classica espressione di “...azzo vuole questo”, li saluto e

quando capiscono che sono italiano si mettono a chiaccherare con me, sono anche loro carichissimi, hanno

anche un banjo, sono partiti da Milano, se non ricordo male, più o meno quando siamo partiti anche noi ma

se la prendono con più calma di noi: forse non hanno limiti temporali lavorativi stretti come i miei.

Li salutiamo e ripartiamo anche perchè, tanto per cambiare, in Svezia spesso piove, proseguiamo fino a sera

quando decidiamo di non farci fregare di nuovo e alle sette, o forse anche prima ci fermiamo a

mangiare….dopo due giorni ci vuole.

Dopo cena riaccendiamo il bolide e inizia la ricerca di un campeggio ma è gia un pò tardi quindi optiamo per

un albergo, ci troviamo in una vietta in mezzo alle migliaia di laghi dove troviamo un albergo, entriamo

suoniamo ma non c'è nessuno; nel frattempo arriva anche un'altra coppia un pò anziana, suonano anche

loro ma non arriva nessuno, la signora prova a salire ma non trova nessuno, cosi decidono di provare a

telefonare ad un numero che c'è scritto su una bacheca. Risponde la padrona dell'albergo dicendogli che ci

sono le chiavi sopra il bancone di prenderle, salire e che il giorno successivo alla mattina avremmo pagato.

COOOOOSA?

Se lo avesse fatto qui da noi forse non avrebbe trovato neanche più i muri dell'hotel. Siamo talmente

spiazzati dalla cosa che decidiamo di non dormire li siamo troppo imbarazzati da una cosa

del genere,tra l'altro si è alzata anche un pò di nebbia e la mia testa dice che sono il protagonista della

Donna il sogno e il grande incubo di Max Pezzali.

Proseguiamo ancora per qualche kilometro e troviamo un altro alberghetto in riva al lago molto molto

carino, semplice ma simpatico, entriamo e una signora anziana ci accoglie dopo le classiche registrazioni,

stavolta ci da le chiavi della stanza di Mary Poppins e ci accomodiamo.

Mercoledì 14 agosto

Ci svegliamo nel fantastico mondo delle fiabe, si lo so, sono scemo, ma l'albergo era proprio come tornare

indietro di quarant'anni quando una signora tirava fuori l'impossibile da una borsa e volava grazie ad un

ombrello, tra l'altro all'esterno c'erano delle inquietanti statue di gufi che guardavano con sospetto due

giovani viaggiatori mentre loro erano costretti in un corpo di pietra a rimanere fermi.

Colazione in riva al lago con il sole decide di farci compagnia, saluti di rito e via più veloce di una bici,ma a

metà pomeriggio immancabilmente arriva puntuale come un orologio la pioggia cosi mi fermo per evitare

l'acqua più pesante ad un distributore dove ne approffito anche per fissare la marmitta visto che sono

rimasto solo con una vite, l'altra si è spezzata all'altezza del dado al cambio pistone.

Arrivano due ragazzi uno a bordo di una bmw 320 e l'altro non ricordo di preciso, entrano di traverso nel

distributore,fanno benzina e ripartono facendo allegramente sbandare il posteriore alla rotonda successiva

e pure in quella dopo.

Intanto ha smesso di piovere, si bè ha smesso di diluviare e piove solo, così ripartiamo ma dopo pochi km

diluvia nuovamente cosi mi fermo in un supermarket a prendere qualcosa da mangiare,entriamo

prendiamo due o tre cose e ci avviciniamo alle casse, faccio per pagare con la carta di credito, qui tutto

funziona con le carte e sono accettate ovunque ma questa volta la cassiera mi dice che non ho credito,

come come come?

E’ praticamente la seconda volta che la uso, finora ho pagato tutto con una prepagata è impossibile che

non ci sia credito così riprova ma nulla; fortunatamente accetta anche il bancomat, i negozi

ma sopratutto i distributori non li accettano quasi mai.

Esco un pò preoccupato sopratutto per il fatto che senza carta di credito non riuscirò

praticamente quasi mai a fare benzina nei self service, e forse neanche negli altri distributori, cosi mi fermo

al primo distributore ma effettivamente la carta non funziona.

Ripartiamo con circa sette litri di benzina in tutto e oltre 2000 km da percorrere ma mi sa che non c'è la

farò neanche adottando una guida super economica.

Cosi, nervoso come non mai, sono una persona molto calma ma ogni tanto sclero anch'io, proseguo

fregandomene altamente del diluvio universale, solo la mia ragazza ha indossato l'anti pioggia, fino a che

un salmone mi risale dalle maniche fino al collo e lì grazie all'acqua bella fresca mi calmo, troviamo un

campeggio che accetta il bancomat e chiediamo un bungalow: il padrone ci offre gentilmente un

asciugamano per poter firmare il foglio, entriamo e scopro di aver circa mezza riserva d'acqua mondiale nei

miei vestiti. Finalmente riesco a contattare il servizio clienti della mia carta dove scopro che era

semplicemente scattato un allarme sicurezza, perché qualcuna di un negozio aveva sbagliato a inserire la

data di nascita.

Giovedi 15 agosto

ci svegliamo con delle anatre che passano davanti alla nostra finestra, tanto per rendere l'idea di come per

loro sia normale vivere ed esser perfettamente integrati con la natura che li circonda.

I vestiti si sono per fortuna asciugati e non sembra neanche voler piovere, siamo fortemente decisi a

prendere il traghetto per la Germania la sera stessa, cosi ci mettiamo in viaggio spediti e km dopo km

proseguiamo senza intoppi, funziona anche la carta di credito…..si per i primi due tre distributori

poi per magia smette,cosi provo a rincontattare il servizio clienti, ma è ferragosto e, ovviamente, sono

chiusi, cosi abbiamo ancora 300 km da fare per arrivare al traghetto, si e no gli spiccioli per un caffè da

dividere in due, una tanica da cinque litri e forse un litro e mezzo nel serbatoio, faccio due

rapidi conti e capisco che se riesco a trovare almeno un distributore che accetta il bancomat c'e la

dovremmo fare,il resto dell'energia la metto io con il fumo dalle orecchie.

Si facile a dirsi ma quale le accetta e quale no? cosi passiamo la giornata a fare dentro e fuori dai

distributori in cerca di fortuna, alla fine devo dire che sono più fortunato del previsto, probabilmente

perche più ci avviciniamo alla Germania più viene accettato anche il bancomat ma non son nemmeno

costretto ad intaccare la riserva della tanica. Arriviamo in porto nel tardo pomeriggio acquistiamo il

biglietto e capiamo di aver fatto una cazzata, perchè ci ritroviamo già in fila pronti per prendere il traghetto

senza possibilità di uscire dal porto, ma mancano più o meno sei ore alla partenza del traghetto, cosi

passiamo il tempo a fare da attrazione ai vari camionisti e passeggeri dei vari traghetti che man mano si

aggiungono nelle corsie di imbarco, ridiamo e scherziamo con tutti beh almeno per quello che riusciamo a

spiegarci facendo slalom tra le varie lingue presenti sul posto. Tra le varie battute ne faro una alla mia

ragazza che si rivelerà un gran bel brutto presentimento.

Non so quanti di voi hanno avuto modo di provare un imbarco in Svezia o Germania, ma funziona più o

meno così: al via dell'omino si scatena un inferno, dove non si deve assolutamente perdere tempo e

bisogna affrontare una gran bella salita con una vespa col volano da un kilo prima lunga e carica come non

mai, ma questo non è un problema tutto sommato. Beh poche ore prima dissi alla mia morosa: sai se non

va più in moto la vespa al momento di salire sulla nave, beh non fu previsione più azzeccata (se

vi interessa con pochi spiccioli posso fornirvi un oroscopo dettagliato), e dire che in 10 anni che c'è l'ho

forse era la prima volta che mi si ingolfava la vespa.

Via via via, si ma a spinta, con già il terrore negli occhi di dover spingere su per la ripida salita;

fortunatamente, qualche metro più avanti, la colonna si è un attimo bloccata e la vespa ha deciso di tornare

a frullare per poi scoprire che, a differenza della volta precedente, per noi motociclisti, questa volta niente

piano superiore ma la punta della nave; vabbè meglio cosi, un infarto inutile.

Parcheggiato la vespa siamo saliti al ristorante della nave,sono le undici di sera ,e sono oltre 26 ore che

viviamo con due pomodori e una scatoletta di tonno, qui qualche ora più tardi un ragazzo tedesco

visibilmente brillo si avvicina a noi per scambiare due parole; ci chiede se siamo quelli della vespa, anche lui

arriva da capo nord ha viaggiato solo con un atv, ci racconta che è stata veramente dura e che spesso si è

trovato a cercare qualcuno nei parcheggi per scambiare due chiacchere; ci scambiamo il

racconto di un pò di avventure sue e nostre e ci congediamo.

Stanotte il max del relax sarà qualche ora di sonno su una sedia un pò per vivere la

tranquillità del mare di notte un pò per godere dell'alba un pò perche qualcuna è convinta di soffrire il mal

di mare che in realtà non soffre e sopratutto ci vogliamo godere tutti gli ultimi momenti del viaggio.

Sono le sette del mattino quando usciamo dal porto il sonno si fa sentire ma visto che è

mattina presto ne dobbiamo approfittare per avanzare verso casa, colazione da leoni e giu gasss.

Ma le forze ci abbandonano definitivamente nel pomeriggio, quando siamo ancora a 800 km da casa, cosi

troviamo un campeggio sperduto i mezzo ai campi, è piccolo,gestito da una famiglia ma è accogliente offre

buona ospitalità,buona birra e da mangiare cosi montiamo la tenda, facciamo la doccia e si va a cena, per

una volta ad un'ora decente.

Sabato 17 agosto

Partiamo dal campeggio tranquilli e rilassati, non sappiamo ancora fin dove arriveremo ma in Germania le

strade si lasciano percorrere rapidamente e cosi nel pomeriggio ci rendiamo conto di poter arrivare a casa

senza ulteriori tappe per dormire cosi decidiamo di azzardare e fare 800 km

in un giorno, anche se vorrà dire arrivare in nottata.

Percorriamo tutta la Germania, ma arrivati in Austria sono costretto a fare una rapida sosta a bordo

strada per tornare ai getti originali; la vespa infatti e già da ieri, che sono sbarcato, che è grassissima ma per

noia non volevo toccarla, ma affrontare le alpi cosi sarebbe un suicidio.

Ripartiamo, la vespa va decisamente meglio e se non fosse per i cuscinetti ruota definitivamente andati

passare i paesini in festa dell’Austria sarebbe uno spasso; tento anche di offrire un passaggio a una ragazza

che fa l'autostop ma non so come mai rifiuta, e, terzo mal di spalla della vacanza.

Sono le nove passate e dopo aver fatto un paio di passi con lo scarico svitato mi fermo praticamente in

piazza a Cortina a fissarlo; si lo so non è il massimo per la classe del posto ma sinceramente non me ne

frega un ...pene.

Sosta cibo al Pedavena e alle tre di notte siamo finalmente a casa. Mi ci vorrà un pò per metabolizzare il

viaggio, forse non ci sono ancora riuscito a distanza di parecchi mesi ma alla fine di sicuro ci è rimasto in

tutti due la voglia di ripartire: sono stati quindici giorni difficilissimi durissimi, a volte pieni di ansia, ma di

sicuro non è mai mancata l'avventura, e nonostante le difficoltà, non ci siamo mai persi d'animo e alla fine

siamo tornati pieni di emozioni e ricordi che invaderanno per sempre la

nostra mente.

Recentemente mi è capitato di vedere un video su you tube che vi consiglio di Stefano Tiozzo su capo nord:

beh l'anno scorso anche lui per certi versi ha fatto un viaggio simile al mio anche se fatto in auto e da solo,

alla fine del video fà una considerazione che per certi versi rappresenta in pieno il mio modo di vivere, dove

dice che era una vita che sognava di andare a capo nord da solo, è una volta arrivato si è accorto che capo

nord non ha nulla di speciale; in realtà è solo una meta turistica ma che per una volta viaggiando da solo

non si è posto dei limiti ma si è lasciato, lungo il viaggio, consigliare su dove andare e ha fatto le cose che gli

andava di fare.

Questo gli ha fatto provare un enorme senso di libertà e che in fondo anche la vita si tratta di un viaggio

dove non ha importanza la destinazione ma cosa e chi incontrerai per strada. Beh questo è il mio modo di

vivere da alcuni anni per cui ringrazio chi ho incontrato questi anni, chi incontrerò e quello che mi accadrà

perchè nonostante tutto farà parte del mio bagaglio di vita e spero di riuscire sempre a non chiudere mai la

porta alle novità che spesso mi spaventano perchè nel cambiamento non c'è nulla di sicuro ma spesso è ciò

che ci rende vivi.

 

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- Non dare troppe spiegazioni alla gente. Le persone intelligenti non ne hanno bisogno; gli stupidi non capiranno comunque.
- Se dovessi fare un bilancio delle cose che ho capito del genere umano in 13 anni di forum, tali cose si riassumono in “quasi tutti cercano (solo e sempre) delle conferme a quanto pensano gia’“,
o se preferite: comunicare, ammesso sia possibile, é perfettamente inutile.

[cit Uriel Fanelli]

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