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Metodi Ripristino Marmitte


Ospite Insubrico

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Premesse.

Ripristinare una marmitta non sempre è possibile/vantaggioso: alle volte l'eccesso di ruggine, o di morchia, è tale da impedirne il recupero. Purtroppo non è sempre facile capire al primo sguardo se una marmitta sia recuperabile o meno, generalmente però se esternamente ha poca ruggine ci sono buone probabilità di riuscire a rimetterla in sesto.

Teniamo presente infatti che i sistemi di ripristino sono molto aggressivi, e tenderanno a sollecitare parecchio ogni difetto dovuto all'inevitabile alterazione dovuta all'usura e al tempo. Questi metodi sono pericolosi, quindi bisogna fare parecchia attenzione.

 

Metodo 1: bruciare la marmitta

E' il più semplice e il più sicuro. Senza troppi complimenti, si accende un falò. Legare con filo di ferro la

marmitta; quando c'è un po' di brace, si mette la marmitta nel fuoco e si fa bruciare ben bene. Bruciando, dalla marmitta intasata fuoriesce un fumo denso accompagnato da fiamme (la morchia grassa brucia).

marmittafp0.jpg

w800.png

Bisogna lasciar bruciare la marmitta finché non esce più fumo, muovendola ogni tanto (grazie ai fili di ferro) e, con un martello di legno, bisogna colpirla delicatamente (attenzione: il metallo rovente è più debole) in una zona robusta. Nel caso di una siluro, io di solito la batto dalla parte opposta dello scarico, dove c'è il perno di fissaggio. Martellandola, si staccano i crostoni inceneriti. Una volta raffreddata, si soffia con un compressore, quindi occorre lavarla. Io solitamente uso una soluzione di soda caustica, eventualmente va bene anche un buono sgrassatore: acqua calda, due o tre cicli, e poi di nuovo compressore. Il grosso è fatto.

PS: Sconsiglio vivissimamente di introdurre nella marmitta, prima del trattamento, carburanti o liquidi infiammabili (gasolio, benzina o quant'altro), operazione che alcuni svolgono nell'intento di migliorarne la combusione: quel che intoppa la marmitta, la morchia, altro non è che fuliggine e olio incombusto, cioè una sostanza di per sé combustibile. Aggiungendo combustibile si rischia solo di costruire un ordigno, con tutte le possibili conseguenze del caso...

 

Metodo 2: soda caustica

questo sistema è molto pericoloso per chi non è avvezzo a maneggiare sostanze chimiche pericolose. E' l'unico, dei tre sistemi che vi illustro, utilizzabile per recuperare una marmitta cromata senza alterare la cromatura stessa. Raccomando caldamente di cautelarsi a dovere prima di procedere: una buona conoscenza della chimica è fondamentale per lavorare in sicurezza. Indispensabili: guanti di gomma al gomito - stivali di gomma - occhiali di protezione - mascherina.

Consigliati, oltre a quanto sopra: tuta protettiva integrale - grembiule di gomma - maschera integrale per protezione viso.

Prima di cominciare a lavorare, vi dico due cose sulla soda caustica. Questo composto, NaOH, è una BASE FORTE, solitamente venduta in polvere o pasticche (perle), in contenitori ermetici perché è fortemente igroscopica: questo significa che è avida d'acqua, difatti all'aria appare deliquescente. Solitamente è polverulenta: estrema attenzione a non inalarla, pericolo!!

Una soluzione di 50 g/l in acqua ha pH 14. Nell'utilizzo che faremo per liberare una marmitta, si raggiungono pH che vanno oltre al 14... quindi facciamo attenzione!! Quando si maneggia soda caustica, è bene avere a portata di mano una soluzione acida per neutralizzarla in caso di contatto con la pelle: io suggerisco di preparare una soluzione al 20% di acido fosforico, in alternativa va benissimo l'aceto da cucina. La soda infatti reagisce con l'acido dando un sale (acquoso) e acqua. In caso di contatto con la pelle, sciacquare con la soluzione acida, quindi risciacquare abbondantemente con acqua fresca. In caso di contatto con gli occhi, sciacquare abbondantemente con acqua corrente. In ogni caso, consultate un medico.

Procedimento: dopo aver tappato lo scarico, si mette la soda caustica all'interno della marmitta, qualche cucchiaiata (tenete presente che ogni cucchiaiata sono circa 20 grammi), quindi si versa all'interno acqua in ebollizione; l'ideale è versarla nel lato collettore. Bisogna ovviamente fissare la marmitta ad un supporto, sia perché la temperatura sarà elevata, sia perché la soluzione non va fatta uscire immediatamente. ESTREMA ATTENZIONE AGLI SCHIZZI: la soda reagisce violentemente con l'acqua, spruzzando vapore e acqua.

Dopo qualche minuto, con attenzione, si agita la marmitta dopo averne chiuso entrambe le estremità, quindi si rovescia il brodo e si ripete l'operazione. A fine lavoro, è utile un'operazione di ingrassaggio: una sciacquatura col gasolio è perfetta.

 

Metodo 3: col cannello

E' un'operazione simile alla bruciatura standard, ma più efficace. Dopo aver fissato la marmitta, si indirizza all'interno il getto caldo di un cannello ossiacetilenico (mi raccomando, non troppo caldo sennò si buca la marmitta....) bruciando così la morchia e scaldando la lamiera. Quando è bella calda, si chiude il rubinetto dell'acetilene soffiando solo ossigeno, così si libera

fuori tutta l'incrostazione carboniosa. Attenzione alla mole devastante di fuliggine che ne deriva... A questo punto, la marmitta è pronta per essere sabbiata e riverniciata (se volete), oppure montata.

 

Metodo rimozione ruggine

qualora la marmitta (o quant'altro) risulti arrugginita, è possibile tentare di ripristinarla (ricordiamoci che la ruggine è una miscela di ossidi/idrossidi di ferro, quindi il pezzo arrugginito ha perso parte del metallo di cui era composto in origine...) con un metodo relativamente rapido ed economico.

Preparare una soluzione al 20% di acido fosforico (acido ortofosforico, H3PO4) e lasciarvi immerso il pezzo per qualche ora, il tempo sufficiente a farlo diventare nerastro. A questo punto, lavare il pezzo e pulirlo dal velo nero (l'acido fosforico non mangia la ruggine, la intrappola con una molecola complessa, un po' come se fosse ingabbiata dalla chela di un granchio -> azione chelante) finché non diventa grigio. Ora la ruggine è rimossa, se il metallo è rugoso, o se presenta dei crateri, si può lisciarlo carteggiando. E' buona norma sciacquare bene il pezzo e procedere alla protezione dalla ruggine.

 

Metodo protezione dalla ruggine.

E' buona norma sciacquare il pezzo, ed asciugarlo perfettamente: per tale operazione suggerisco di tenerlo in forno (ventilato), se si tratta di una marmitta almeno per un'oretta. Se si vuol riverniciare, si proceda dopo un leggero carteggio, altrimenti se si preferisce vedere il metallo, suggerisco di ingrassare la marmitta con olio minerale.

Se si vuol creare una leggera "brunitura" (in realtà si tratta di una bronzatura), occorre scaldare abbastanza il pezzo (io vado anche a 250-300°C; più si scalda, più l'effetto è pronunciato), ma non alla fiamma diretta.

Quindi spruzzarci sopra del grasso spray (io uso quello per le catene), si ottiene un grazioso effetto brunastro.

Qui una Proma pre-trattamento antiruggine...

img0007ia0.jpg

w800.png

...e poi trattata con leggera bronzatura, come descritto sopra

img0010yj6.jpg

w800.png

 

Spero di essere di aiuto a chi vuol tentare di recuperare, o semplicemente di far tornar bella, la propria marmitta.

Mi raccomando, sempre prudenza.

 

ciao

 

Fabio - L'Insubrico

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  • 1 month later...

X insubrico, rileggendo l'articolo mi viene da chiederti una cosa, la bronzatura col grasso di cui parli, quanto dura?

Nos..jpg

Se non riesci a dare il massimo di te, dai quello che puoi, ma con stile!

Questo è un art attack

un bicchiere di vino con un panino la felicità

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X insubrico, rileggendo l'articolo mi viene da chiederti una cosa, la bronzatura col grasso di cui parli, quanto dura?

 

Dura finché la ruggine non si riprende il maltolto :-)

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  • 8 months later...

io con le espansioni di solito le riempio di acqua e poi le congelo così il ghiaccio fa dilatare il metallo e la marma torna nelle condizioni normali, con la proma non so se funziona perchè ha le camere potresti fare peggio

Quando tutte le cose vanno male, sorridete.

Vi prenderanno per un idiota.

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  • 3 months later...

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